Lugano – Cinema in Tasca

Torna la selezione di Cinema in Tasca, la rassegna cinematografica organizzata dalla Divisione eventi e congressi. La rassegna propone i film tra i più acclamati da pubblico e critica nell’anno passato per ripercorrere una stagione cinematografica di successo. Tutti i film sono proiettati al Cinema Corso alle ore 18:00 e alle ore 20:30.

Mercoledì 2 maggio ore 18:00 e 20:30
NON HO L’ETÀ di Olmo Cerri
Documentario, CH 2017, 93’ Per tutti

Quattro storie di migrazione italiana in Svizzera che si incrociano sulle note di una delle canzoni più popolari dell’epoca “Non ho l’età”, di Gigliola Cinquetti. Storie che raccontano di speranze, sogni, solidarietà, ma anche di xenofobia e sfruttamento. Storie oggi più attuali che mai.

Non ho l’età a Wil – Best of Solothurn

Anlässlich der Kulturbühne 2018 zeigen wir in der Woche vom 30.04. – 06.05.2018 ein “Best of” der Solothurner Filmtage. Eine Delegation des Cinewil-Teams war für Sie in Solothurn hat ein ansprechendes Programm zusammen gestellt.
Tre proiezioni a Wil nella rassegna “Best of Solothurn” l’1, il 3, il 6 e il 9 maggio 2018.
 
Alle Filme werden in der Originalsprachfassung mit deutschem Untertitel gezeigt. Ausserdem werden die Filme mehrmals in dieser Woche gezeigt. Ein Programm mit allen Details liegt bei uns auf.

SPIELZEITEN

DI 01.05.18 Cine 4 17:00

DO 03.05.18 Cine 3 20:00

SO 06.05.18 Cine 4 14:00

MI 09.05.18 Cine 4 14:00

Non ho l’età su Quinlan.it

NON HO L’ETÀ di Olmo Cerri

Presentato al Cinema Svizzero a Venezia 2018, dopo un percorso festivaliero partito da Visions du Réel e passato per Solothurner Filmtage, Non ho l’età del giovane filmmaker Olmo Cerri racconta storie di migrazioni tra Italia e Svizzera, partendo dalla canzone cult di Gigliola Cinquetti. Ed è facile scorgere un riferimento alla situazione attuale.

Carmela, don Gregorio, Gabriella e Lorella sono arrivati in Svizzera a metà degli anni Sessanta, al culmine della grande ondata migratoria. E qui hanno vissuto gli anni di Schwarzenbach ascoltando la giovanissima cantante Gigliola Cinquetti, diventata celebre dopo la vittoria del Festival di Sanremo 1964. Quattro storie che si incrociano sulle note di una delle canzoni più popolari dell’epoca e che raccontano di speranze, sogni, solidarietà, ma anche (e soprattutto) di chiusura, xenofobia, clandestinità e sfruttamento.  Continua!

Cinemaitaliano.info – NON HO L’ETA’ – Italiani in Svizzera

Il documentario “Non ho l’Età”, diretto da Olmo Cerri, prende il nome dall’omonima canzone vincitrice del Festival di San Remo 1964, “Non ho l’età (per amarti)” di Gigliola Cinquetti. Questa canzone rese la giovanissima cantante celebre a livello internazionale, permettendole di conquistare l’affetto di milioni di persone, le quali spesso si rivolgevano a lei, attraverso lettere, in cerca di sostegno e conforto.

La figura di Gigliola Cinquetti è in realtà solo il punto di partenza del documentario, o per meglio dire ne è il collante. Sono infatti quattro i personaggi intorno a cui si rivolge l’attenzione del regista, accumunati tutti dal fatto di essere emigrati in Svizzera in gioventù e, trovatisi in una situazione precaria, di aver inviato una lettera alla nota cantante nella speranza di una risposta rassicurante. Sopra queste fondamenta la pellicola costruisce così la sua narrazione, raccontando e ponendo l’attenzione su un situazione speculare ma invertita rispetto a quella che attualmente sta vivendo il nostro paese: la penisola italiana come terra di emigrazione e non di immigrazione. Continua!

Nonsolocinema.com – Critics Academy

Cinema Svizzero a Venezia 2018 – “Non ho l’età” di Olmo Cerri
Da Critics Academy – 13 marzo 2018 leggi l’articolo originale.

1964. Mentre la Ferrero lanciava sul mercato il primo vasetto di Nutella e Aldo Moro inaugura l’autostrada del Sole in diretta televisiva, Gigliola Cinguetti vince il festival di Sanremo con il suo brano Non ho l’età.

Diventata un simbolo di venerazione per molti, Gigliola ricevette circa 140.000 lettere da ammiratori sparsi in ogni parte del mondo.

Quattro di queste sono le protagoniste di un documentario di Olmo Cerri. Carmela, Don Gregorio, Gabriella e Lorella sono italiani che, come tanti altri a cavallo degli anni ’50 e ’70, hanno preso parte alla grande ondata migratoria che ha portato molti cittadini della penisola a emigrare. Continua!

#cinemaCHve 2018 – I documentari di Olmo Cerri e Pierre-François Sauter

Lettere che “non hanno l’età” : quattro storie e una cantante

da sentieriselvaggi.it articolo di Luca Galano

Diverso il percorso seguito da Olmo Cerri, giovane regista nato a Lugano nel 1984, collaboratore di lungo corso della Radiotelevisione Svizzera e con all’attivo esperienze con il magazineFalò”, con la trasmissione “Patti Chiari”, con CultTV e con altre testate. Nel 2014 gli è stata assegnata la borsa di scrittura per documentari SSA per il progetto di documentario Non ho l’Età, prodotto da Amka Film SA. Presentato in concorso alla 53a edizione del Solothurner Filmtage (Giornate del Cinema di Soletta) e alla 48a rassegna Visions du Réel del Festival International de Cinéma di Nyon – nella sezione Helvétiques – il documentario è distribuito nei cinema delle tre regioni linguiste da novembre 2017.

Timeline-100090002Racconta il regista: “Non posso far finta che questa storia non mi appartenga. Come tanti ticinesi sono figlio dei flussi migratori che hanno portato le persone ad andarsene dal proprio paese d’origine per stabilirsi in Svizzera. La tematica di questo documentario tocca profondamente le mie corde e si inscrive nel mio più ampio progetto operativo e di ricerca. Come interagiscono storie individuali personali e storia collettiva? Come le scelte politiche di una nazione vanno a influenzare i percorsi esistenziali dei singoli? Penso che questo tema, sicuramente già esplorato da molti altri registi in opere di indubbio valore, se affrontato da un punto di vista nuovo e originale, come quello che ci proponiamo di offrire con questo nostro lavoro, possa fornire materiale di riflessione e spunti importanti per lo spettatore, anche e soprattutto oggi. Credo che il film possa anche fornire una nota di speranza. Nonostante le difficoltà, nel giro di una generazione o due, l’integrazione è possibile. E i migranti possono diventare elementi di ricchezza a tutti gli effetti per la società di accoglienza”. Continua!