WORKING TITLE FILM FESTIVAL #1
La prima giornata del Working Title Film Festival (Vicenza, 27 aprile – 1 maggio) ha presentato due film testimoni di modi diversi di concepire il documentario, ma uniti da due temi comuni: la musica e l’immigrazione.
Tematiche affrontate da due ottiche differenti.
The Harvest di Andrea Paco Mariani racconta l’immigrazione del presente e denuncia lo sfruttamento al limite dello schiavismo dei braccianti sikh nell’Agro Pontino usando l’arma originale del docu-musical, mentre il documentario più tradizionale Non ho l’età di Olmo Cerri ricorda la nostra emigrazione ispirandosi all’omonima canzone del 1964 di Gigliola Cinquetti, punto di partenza per testimoniare le condizioni degli italiani emigrati in Svizzera. (…)
“Non ho l’età” invece nasce dalle migliaia di lettere ricevute da Gigliola Cinquetti all’apice del suo successo, ora conservate nell’archivio di famiglia. Molte di queste lettere provenivano da italiani emigrati all’estero, e in particolare nei cantoni svizzeri. Olmo Cerri ha selezionato quattro di queste lettere e ha intervistato chi le aveva scritte o i loro figli, facendosi raccontare la loro storia, i motivi della scelta di partire, il rapporto con la madrepatria e con il paese d’adozione, i successi e le difficoltà. Il risultato è un documentario tradizionale che punta tutto sull’interesse del tema più che sull’originalità narrativa e stilistica e che partendo dai singoli e dalle loro diverse storie diventa il ritratto di una comunità dispersa.
Il film non è solo una testimonianza storica, ma può anche essere letto come monito e rinfrescamento della memoria per il presente, considerando come nelle frasi e nell’atteggiamento che molti autoctoni del paese del cioccolato avevano nei confronti dei nostri emigrati risuonino modi di dire e concezioni che leggiamo quotidianamente nelle nostre cronache politiche, nei nostri programmi elettorali e nei nostri talk show.
