“In Svizzera non mi sento uno straniero. Forse perché ho dato a questo Paese tanto quanto ho dato al mio Paese d’origine.”
I miei anni in Svizzera sono stati anni belli: anni di studio, di libertà e di grande attivismo. Ci sono arrivato da un paese minuscolo della Calabria, Montepaone, sul finire degli anni Sessanta, perché volevo raggiungere la mia famiglia, che si era trasferita qui da diversi anni.
Qui ho studiato, sono stato ordinato prete e ho lavorato, al servizio di diverse comunità. Certo, all’inizio non è stato facile. C’era un po’ di diffidenza verso di me, sia perché ero un prete straniero – e che provenissi dal Sud Italia era evidente –, sia perché parlavo il tedesco e non il dialetto svizzero. Naturalmente, in quanto parroco, mi ha aiutato molto la pratica della fede.
Piano piano, però, mi sono fatto conoscere e sono riuscito a farmi benvolere, tanto che ancora oggi, dopo molti anni dal mio rientro in Calabria, i miei ex parrocchiani mi vengono a trovare o mi accolgono con calore nelle loro case quando sono in Svizzera.