“A volte mi piacerebbe essere un uccellino e volare in un istante dalla Svizzera alla Calabria… per poi tornare indietro”
Ero poco più che una bambina quando i miei genitori decisero di portarmi con loro in Svizzera all’inizio degli anni Sessanta. Loro si erano già stabiliti nella Svizzera tedesca da qualche anno insieme e a un certo punto vollero che almeno io li raggiungessi.
Fu duro andarmene da Montauro, il bellissimo paese sul mare dove ero cresciuta, lasciare mio fratello, i nonni, gli amici, la scuola. Perché una volta arrivata in Svizzera, io a scuola non potevo andarci. Ero una clandestina. E una clandestina non può frequentare la scuola.
La mia fortuna fu che iniziai quasi per gioco a fare la baby-sitter per la nostra padrona di casa. Io l’aiutavo con le faccende di casa, le accudivo i figli e in cambio lei mi insegnava il tedesco e tanto altro.
Ho iniziato a lavorare molto presto in una ditta di tessuti e confezioni. A me piaceva molto e poi ero molto brava. Dicevano che ero nata con l’ago in mano tanto ero brava. Dopo tanti anni di lavoro sotto padrone però ho deciso di buttarmi e di aprire un’attività tutta mia, a Bienne, nel canton Berna. Un negozio di tendaggi. Mio marito e i miei figli mi hanno sostenuto e io ho fatto questo lavoro con passione. Mi piace avere a che fare con la gente, capire quali sono i loro bisogni e confezionare le tende giuste per le loro esigenze.
Adesso, diciotto anni dopo quel grande salto, ho deciso che è arrivato il momento di staccare. Ci sono ancora tante cose che ho voglia di fare nella mia vita. Viaggiare, per esempio. E tornare più spesso nella mia Calabria, da mia sorella e dai miei parenti. Anche se ormai per me è impensabile trasferirmi lì. La Svizzera è dove sono nati e cresciuti i miei figli. Dove ho imparato a far valere i miei diritti, sia come donna sia come essere umano, e dove ho lottato per costruire un futuro sereno per me e la mia famiglia. Alla fine è anche casa mia e io voglio essere contenta dove vivo.